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Attualità

Slow Fiber, inizia la rivoluzione sostenibile del Made in Italy

11 maggio 2023

SLOW FIBER per un processo produttivo sostenibile, volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli, perché rispettosi della dignità dell’Uomo e della Natura nel suo delicato equilibrio.

Compriamo troppo e sprechiamo più che mai: non solo in campo alimentare con il cibo che dovrebbe nutrirci e invece non arriva nemmeno sulle nostre tavole, ma anche nel settore dell’abbigliamento e dell’arredamento, nell’ambito di quella che ormai viene definita a ragione fast fashion.
Secondo il report della Commissione Europea dal titolo Textiles and the environment in a circular economy: the role of design in Europe's circular economy, la produzione e il consumo di prodotti tessili continua ad aumentare, così come il loro impatto sul clima, sul consumo di acqua e di energia e sull'ambiente. La produzione mondiale di prodotti tessili è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015 ed il consumo di capi di abbigliamento dovrebbe aumentare del 63 % entro il 2030, passando dagli attuali 62 milioni di tonnellate a 102 milioni di tonnellate nel 2030. Nell'Unione europea il consumo di prodotti tessili,  rappresenta attualmente in media il quarto maggiore impatto negativo sull'ambiente e sui cambiamenti climatici e il terzo per quanto riguarda l'uso dell'acqua e del suolo dalla prospettiva globale del ciclo di vita. Ogni anno nell'UE vengono buttati via circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, ogni europeo acquista ventisei chili di vestiti all'anno e ne butta via undici dopo averli indossati appena 7-8 volte e solo il 13% di essi viene riutilizzato o riciclato.

I dati parlano chiaro, bisogna ripensare la moda e il mondo del tessile in un’ottica di sostenibilità.

È questa la presa di coscienza che sta dietro l'incontro tra Slow Food Italia e alcune fra le più note realtà del tessile del territorio nazionale che, con coraggio e spirito critico, hanno creato Slow Fiber, un movimento la cui voce, oggi più che mai, squarcia il panorama di un sistema di produzione nocivo e inarrestabile in cui da troppo tempo siamo intrappolati, come consumatori e come imprenditori.

Figlio dell’associazione Slow Food, che da anni è impegnata a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti, Slow Fiber propone lo stesso percorso e gli stessi valori nell’ambito del vestire e dell’arredamento, e quindi di rapporto con il corpo e con il bello, inteso anche come etico, giusto e misurato.
 
Slow Fiber si pone l'obiettivo di divulgare la conoscenza dell'impatto che i prodotti tessili hanno sull'ambiente, sui lavoratori della filiera e sulla salute dei consumatori per diffondere una nuova etica e cultura del vestire e dell'arredare.  In quest’ottica, il proposito di Slow Fiber è anche quello di ampliare il network, coinvolgendo ed invitando aziende italiane ed internazionali ad unirsi alla rete per ampliare la portata dell’impatto di questo cambiamento rendendolo corale, forte e immediato.
 
Come spiega Dario Casalini fondatore di Slow Fiber. “Negli ultimi decenni il modello del fast fashion ha imposto una coincidenza tra nuovo e bello. Capi che vengono prodotti in grandi quantità e bassa qualità e creano rifiuti. L’idea è invece quella di recuperare un concetto di bellezza che abbia anche dei valori etici perché essere sostenibili significa avere un atteggiamento intellettualmente onesto e quindi prendere in considerazione tutto il sistema.”
 
Il Manifesto di Slow Fiber rivendica il diritto di scegliere con cura ciò che acquistiamo, a partire dalla materia prima. È una dichiarazione di trasparenza e di indipendenza, un modo di riappropriarsi delle nostre esistenze e del nostro essere al mondo, tenendo conto della interdipendenza fra noi e ciò che ci circonda.

La rete Slow Fiber in Italia
 
La forza di Slow Fiber risiede nella rete delle aziende del tessile italiano che attraverso il proprio operare dimostrano che è possibile creare prodotti tessili, per il vestire e l’arredare, che siano non solo belli, ma sani per chi li usa, puliti perché l'impatto ambientale dei processi produttivi è ridotto, giusti perché rispettano i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti nella loro realizzazione e valorizzano competenze e saperi tradizionali e sono in grado di durare  nel tempo, contrapponendosi al concetto di fat-use e fast-fashion.
 
Le aziende fondatrici del network si sono autoregolamentate attraverso la creazione di specifici requisiti, KPI qualitativi e quantitativi ed una tassonomia propria a marchio Slow Fiber costruita da indicatori che incrociano i principi ESG con gli SDGs e i GRI Europei (a breve EFRAG). Questa autovalutazione ha una doppia funzione: allineare tutte le aziende del network ad intraprendere o a rafforzare i propri percorsi di sostenibilità e a supportare i nuovi aderenti nella realizzazione di percorsi chiari, trasparenti, misurabili.
 
Le aziende del tessile italiano che aderiscono già a questi requisiti: Oscalito, L’opificio Serico, Quagliotti, Remmert, Pettinatura Di Verrone, Tintoria 2000, Angelo Vasino Spa, Olcese Ferrari, Tintoria Felli, Manifattura Tessile Di Nole, Holding Moda, Lane Cardate, Italfil, Pattern, Maglificio Maggia, Vitale Barberis Canonico.
 
Aziende intergenerazionali che vantano una storia importante nel settore della produzione vestiaria e dell'arredamento, che a oggi impiegano più di 1000 persone e raggiungono un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro.
 
“Come per Slow Food, anche con Slow Fiber vogliamo proporre una rivoluzione, un cambiamento di paradigma della produzione, del consumo e, quindi, della percezione del tessile, e per farlo non potevamo scegliere partner migliore.” Afferma Dario Casalini, e prosegue: “L’impegno è di farlo con il medesimo rigore scientifico e la medesima attenzione. L’augurio è quello di arrivare, senza fretta, molto lontano, seguendo i passi che Slow Food ha fatto in questi ultimi decenni.”
 
Slow Fiber in fondo è un richiamo alla bellezza che ci circonda e a quella che apportiamo al mondo quando creiamo, produciamo e condividiamo saperi e strumenti mossi da un bene comune e non dal cieco egoismo.

Cosa è Slow Fiber
 
L’idea di Slow Fiber nasce con l'obiettivo di recuperare la consapevolezza di come vengono fatti i prodotti, operando affinché avvenga un cambiamento verso la sostenibilità dell’ambiente e delle persone. Slow Fiber vuole essere la risposta al fast fashion e, attraverso il loro processi produttivi, vogliono rappresentare un cambiamento positivo grazie alla creazione di prodotti belli, buoni, sani, giusti, puliti e durevoli.
 
La nuova rete Slow Fiber è nata dall'incontro tra Slow Food Italia e aziende italiane virtuose del tessile. Queste realtà imprenditoriali a vocazione internazionale vantano una storia importante in tutta la filiera produttiva della moda e dell’arredamento e ad oggi impiegano più di 1000 persone, raggiungendo un fatturato complessivo aggregato di oltre 550 milioni di euro. Queste primi sedici aziende che aderiscono già ai requisiti richiesti, sono: Oscalito, L’opificio Serico, Quagliotti, Remmert, Pettinatura Di Verrone, Tintoria 2000, Angelo Vasino Spa, Olcese Ferrari, Tintoria Felli, Manifattura Tessile Di Nole, Holding Moda, Lane Cardate, Italfil, Pattern, Maglificio Maggia, Vitale Barberis Canonico.

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