Linea Intima Edit
26 novembre 2020
All in all, not so bad: potremmo riassumere così l'andamento dei settori intimo e calzetteria, che in base alle ultime rilevazioni dell'osservatorio mensile sui consumi moda di Sita Ricerca, sul periodo gennaio/settembre registrano una performance migliore rispetto al totale fashion Italia. Benché a loro volta attestati su score negativi, sui 9 mesi underwear e legwear contengono infatti le perdite al -20% a valore contro il -25% della totalità del comparto. Il periodo post lockdown vede accentuarsi il trend evidenziatosi in fase lockdwon (marzo-maggio 2020), quando il boom di vendita online dei prodotti legati alla nuova quotidianità del #iorestoacasa (vedi nostri articoli correlati) aveva contribuito per i due settori a smussare al -53% la pesante flessione legata alla chiusura forzata dei negozi, che per l'intero comparto moda è stata del -60%.
In particolare, i mesi di agosto e settembre hanno visto l'intimo e la calzetteria agganciare lo slancio della ripresa, con un quadrimestre giugno/settembre che chiude al -2,7% contro il -10% del totale fashion.
Se ci concentriamo sullo scenario delle vendite online (canale che in Italia ha visto gli e-shopper fashion passare dai 15,5 min del 2019 ai 23 mila del 2020, il 17% dei quali acquisiti durante il confinamento), intimo e calze sono stati senza dubbio i settori più dinamici sia in fase lockdown che post lockdown: per queste merceologie, nel periodo gennaio-settembre la quota a valore dell’online nel mercato totale è addirittura raddoppiata, passando dal'8% del 2019 al 16% del 2020 (a fronte di un totale fashion che pesa il 23%).
Fonte: Fashion Consumer Panel Sita Ricerca, 2020
Ma, a fronte del riacutizzarsi dell'emergenza sanitaria che quest'autunno ha comportato
il ripristino di forti misure restrittive a tutela della salute
pubblica, quale sarà l'approccio dei fashion shopper nei prossimi mesi?
I segnali lasciano ben sperare. Nell'ambito dell'osservatorio speciale
con cui dall'inizio della pandemia Sita Ricerca monitora il consumer
sentiment verso le spese di abbigliamento, l'indagine condotta a
novembre ci restituisce sì la preoccupazione della maggioranza del panel
(74%) in merito alla situazione sanitaria, ma anche un umore e una propensione verso gli acquisti di moda incoraggianti.
Sulla base delle valutazioni effettuate dagli intervistati in merito a specifici fattori (situazione economica generale e prospettive occupazionali del Paese, situazione economica e propensione al risparmio familiare, priorità di spesa familiare nell’immediato futuro, importanza dell’abbigliamento), a novembre il barometro dei consumatori nei confronti dell’abbigliamento risulta infatti leggermente in crescita, registrando l'indice più alto da aprile.
Indicato dal 23% del panel, l'abbigliamento resta inoltre in cima alle priorità di spesa subito dopo quelle per beni e servizi essenziali (quali salute, manutenzione per la casa, istruzione dei figli).
Fonte: Osservatorio Fashion & emergenza sanitaria, Sita Ricerca = 800 interviste
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