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Retail

Abbigliamento: consumi ai ranghi di (ri)partenza

30 aprile 2020

Proiezioni di spesa e propensione all'acquisto in negozio: zoom sui consumer trend che si profilano per il settore moda in vista della prossima riapertura

Con il ritorno alle normali abitudini di vita e con il re-opening delle attività commerciali, i consumi degli italiani - frenati o comunque rallentati da due mesi di isolamento domestico - ripartiranno, certo, ma con nuove modalità, tempi e dinamiche.

Quali previsioni per il settore abbigliamento con l'approssimarsi dell'agognata fase di "post-lockdown"?

In base all'ultima indagine Sita Ricerca realizzata nel week-end 25-26 aprile su un campione di 800 casi, la maggioranza dei consumatori interpellati prevede di dover affrontare, in futuro, per la propria famiglia, spese in linea (56%), abbastanza (30%) o anche molto rilevanti (8%) rispetto al passato. 

Good news: l’abbigliamento si conferma fra i settori di spesa prioritari, dopo la salute e la manutenzione della casa: lo è per il 42% dei rispondenti, in aumento rispetto al 39% della settimana precedente.

Per la P/E 2020, alla riapertura dei negozi molti però pensano di ridurre la spesa per l’abbigliamento: il 29% prevede di spendere un pò meno dell'anno scorso e il 24% decisamente meno; il 37% prospetta di stanziare un budget equivalente.

In termini di frequentazione dei punti vendita, alla riapertura la più parte degli interpellati afferma che si recherà nei negozi meno spesso che in passato; un terzo (31%) non prevede invece di ridurre la frequentazione e solo il 6% di aumentarla.
Aumenta in parallelo la propensione a frequentare i negozi in momenti di minore affollamento: metà settimana (17% dei rispondenti, rispetto al 12% della settimana prima) o inizio settimana (10% rispetto al precedente 3%).

Raddoppia rispetto a una settimana prima - pur attestandosi su un esiguo 8% - la percentuale di coloro che pensano di acquistare solo on line: un incentivo, per i negozi multimarca indipendenti, per provare a trasformare l'esperienza della vendita a distanza - da molti approcciata per la prima volta nella contingenza del lockdown - da servizio temporaneo a strumento complementare alla vendita in negozio, e farne un investimento più a lungo termine.

In questo contesto che, nelle ultime due settimane monitorate, vede consolidarsi la tendenza ad acquistare lo stretto necessario (43%), cresce dal 38 al 46% la propensione a comprare in saldo. Tra i comportamenti più largamente condivisi in vista della riapertura, la volontà di comprare italiano premia filiere controllate percepite come più affidabili, nell'ottica di sostenere la ripartenza dell'economia nazionale. Da segnalare, in crescita l’attenzione a comprare prodotti di qualità e che non passano di moda.

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