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Retail

Sostegni ter: un segnale di attenzione per i negozi di moda

24 gennaio 2022

Soddisfazione di Federazione Moda Italia, pur nella esiguità delle risorse stanziate, per la decisione del Governo di sostenere le attività commerciali e di estendere ai negozi di moda il credito d’imposta del 30% sulle rimanenze di magazzino

Una misura tanto gradita quanto agognata visto che raccoglie le istanze portate dal 2020 da Federazione Moda Italia-Confcommercio all’attenzione delle Istituzioni per un settore ancora in forte sofferenza e che fatica a ripartire. 

A commento della notizia, Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio: "Ringraziamo il Governo e tutti gli interlocutori che si sono adoperati per dare attenzione anche alla distribuzione commerciale della moda che, nonostante qualche segnale di ripartenza nel 2021, è tornata a soffrire a seguito di una sorta di quarantena commerciale.

Stiamo registrando un crollo vertiginoso delle vendite dovuto alla drastica diminuzione dei flussi certamente per la diffusione di contagi e quarantene, ma anche e soprattutto per l’eccessivo utilizzo di modalità di lavoro agile nel pubblico e nel privato, oltre alla pressoché totale assenza dello shopping dei turisti e ad un sentiment negativo che rallenta, se non inibisce completamente, i consumi di prodotti di moda, seppur scontati.

In questo periodo di difficoltà e di forti preoccupazioni anche per l’incremento dei costi energetici – prosegue Borghi – le misure di sostegno, nonostante la dotazione di risorse non corrisponda alle necessità, sono un messaggio positivo che risponde al rischio di vedere anche quest’anno forti eccedenze di magazzino per i negozi di moda, con problemi a cascata su tutta la filiera. 

Dopo due anni di fortissime riduzioni dei margini, utili soltanto a contenere le perdite di fatturato e a garantire continuità aziendale ai fornitori, i nostri negozi rischiano di non avere più liquidità anche per i forti indebitamenti con Istituti di credito, fornitori, locatori e, in alcuni casi, anche con il fisco. 

Preoccupa, per il futuro, l’incremento dei costi energetici tanto sulle aziende, che saranno costrette ad aumentare i prezzi, quanto sulle persone che dovranno fare i conti con un portafogli notevolmente alleggerito e con l’ineludibile incremento dei prezzi di prodotti anche di prima necessità. Figuriamoci l’impatto su tutti gli altri consumi con un’impennata dell’inflazione che già a gennaio, secondo le stime di Confcommercio, vola al 4,7%”.

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