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Linea Intima Edit

Retail

Retailing the Future

20 aprile 2021

Il gruppo Intima si è rivolto a Windowswear, specialista in tecnologie e risorse per il retail visual merchandising, che ha prodotto un'analisi molto interessante delle tendenze dell'anno 2020. Ve la presentiamo nel dettaglio...

Verso una nuova normalità
Mentre il mondo cerca di riprendersi dalla crisi sanitaria globale, l'anno appena concluso ci ha messo davanti all'evidenza: la pandemia di Covid ha agito come un catalizzatore, innescando e accelerando cambiamenti che altrimenti avrebbero richiesto anni. Dalla sanificazione dei capi alla totale predominanza della tecnologia digitale, WindowsWear ha esaminato come il fashion retail e i marchi stanno reagendo e si stanno adattando a una nuova normalità. 

Rinascere... a colori
A seguito delle chiusure forzate in molti paesi, i negozi di tutto il mondo si sono affrettati, alla riapertura, a riaccogliere i propri clienti promuovendo senza esitazione un vero e proprio senso di comunità. A New York, da Ralph Lauren a Harvey Nichols, il nuovo motto è stato "togetherness"; Macy si è concentrato su "We Love NYC" e Saks 5th Avenue ha tenuto a dire ai suoi clienti quanto gli erano mancati. A Londra, l'iconico Selfridge's si è rifatto il look con vetrine che rendono omaggio al National Health Service, mentre la casa di moda francese Louis Vuitton ha presentato "The Rainbow Project", una nuova iniziativa che veste le vetrine dei suoi negozi in tutto il mondo con motivi arcobaleno. Gli arcobaleni hanno animato i negozi di Fifth Avenue a New York, così come quelli di Beverly Hills e Chicago, così come quelli di Parigi, Roma, Milano, Madrid, Francoforte, Toronto e Città del Messico. Gli arcobaleni sono stati presentati dai membri della popolazione locale e, in molti casi, i disegni sono opera dei bambini. Per molti, il colore è stato un elemento forte nel comunicare un ritorno alla normalità, per quanto diversa, e nel sottolineare l'importanza di sostenere le nostre comunità.

La sicurezza prima di tutto
La sicurezza all'interno dei negozi è diventata un nodo cruciale, e i titolari dichiarano ormai apertamente quanto il benessere dei loro clienti sia importante per loro. Questa sicurezza esige una rigorosa e accurata disinfezione e pulizia di tutte le aree del negozio, l'uso della segnaletica in-store, ma anche di mascherine di protezione, guanti e disinfettante per le mani, per non parlare dell'accesso limitato. Di nuovo, questa è una normalità alla quale ci stiamo abituando rapidamente. Nel far rispettare le linee guida osservate, il marchio Lacoste ha spiegato di aver utilizzato per i suoi negozi alla riapertura l'app Store Safety, sistema che permette i clienti di scansionare i codici QR in grado di fornire aggiornamenti in diretta su quante volte e quando i negozi sono stati sottoposti a pulizia e disinfezione professionale. Per coloro che non se la sentono di entrare nei negozi, la soluzione adottata è il kerbside pickup (un nuovo fenomeno, nato negli Stati Uniti, che consente di ritirare gli acquisti sul marciapiede proprio davanti al negozio, dove un impiegato consegna all'acquirente i prodotti ordinati online, ndr).

Digitalizzazione al centro della scena
La dipendenza dei consumatori dai marchi più influenti resta forte, anche in questi tempi incerti. Ma il modo in cui le persone interagiscono con i marchi e comprano articoli di moda è mutato rapidamente, poiché la crisi ha accelerato cambiamenti che erano già in atto nel settore. Utenti e fornitori hanno agito rapidamente. Il numero di visualizzazioni di Instagram e Facebook Live è raddoppiate in una settimana, tanto che il CEO Mark Zuckerberg ha dichiarato che a un certo punto l'utilizzo era così alto che la società stava facendo il possibile per garantire il funzionamento ottimale di entrambe le reti. Il live streaming, che in Cina è in piena espansione già da tempo (secondo Deloitte, nel 2018 raggiungeva già 456 milioni di spettatori e generava 4,4 miliardi di entrate), ora è letteralmente esploso.

Se parliamo di live streaming, l'app di video brevi Douyin è una delle scelte più diffuse tra i marchi di moda e i retailer. Tommy Hilfiger ha scelto questa app per promuovere la sua nuova collezione eco-friendly e ha permesso agli spettatori di acquistare i prodotti direttamente online.

"La capitalizzazione azionaria della piattaforma canadese di e-commerce Shopify è raddoppiata fino a raggiungere gli 80 miliardi di dollari da aprile 2020" ha dichiarato il COO Jarley Finkelstein. Facebook Shops, un concetto di social e-commerce che permette ai piccoli marchi di creare negozi online su Facebook e Instagram, ha fatto decisi progressi nell'ultimo anno e l'innovazione digitale avanza a ritmo serrato. Nel maggio 2020, la designer di Hanifa Anifa Mvuenda ha aperto una nuova strada presentando la sua collezione su Instagram Live con l'ausilio di modelli 3D creati in digitale. Inditex, la società spagnola proprietaria dei marchi Zara e Massimo Dutti, ha annunciato che chiuderà tra 1.000 e 2.000 dei suoi punti vendita monomarca da qui a due anni, per concentrarsi, a fronte del loro significativo boom, sull'e-commerce e le vendite online. WeChat e WhatsApp sono altre piattaforme popolari utilizzate dai marchi e dai retailer di moda per coltivare relazioni one-to-one con i loro clienti. Un portavoce di LVMH spiega: "Sappiamo che le persone oggi vogliono poter parlare con i rivenditori dal proprio telefoni e dal proprio salotto, vogliono ricevere il prodotto in modo lussuoso a casa, vogliono servizi di qualità quando ritirano i prodotti in modalità kerbside pickup, vogliono un video tour online della collezione". LVMH ha poi aumentato le sue consegne transfrontaliere e ha aumentato la disponibilità di merce online.

La realtà virtuale prende piede
I cambiamenti radicali in materia di tecnologie e uso dei canali da parte dei consumatori già in passato richiedevano un nuovo approccio allo storytelling, alla creatività e alla comunicazione del marchio. La pandemia ha solo accelerato questa rivoluzione: dalle zoom conferences, ai festival musicali su Instagram, ai Tik Tok Cloud Raves, l'utilizzo di piattaforme tecnologiche per creare esperienze immersive, connessione e community ha avuto una vera spinta propulsiva, arricchendosi di molteplici funzioni e usi. Oggi, mentre Internet va diventando essenzialmente il nostro "mondo reale", i marchi pensano a come reinventare le esperienze digitali in modo più creativo e coinvolgente, che si tratti di un flagship store, di una sfilata di moda o di un evento.

Numerosi marchi avevano adottato la RA (Realtà Aumentata) già molto prima. Lacoste e Uniqlo avevano aperto showroom e camerini virtuali per permettere ai clienti di provare i prodotti in spazi virtuali. Ora Dior è passato al 3D con una nuova boutique virtuale dedicata a beauty, ispirata al suo negozio sull'Avenue des Champs-Élysées a Parigi, che permette ai visitatori di muoversi al suo interno, scoprire i prodotti e fare i propri acquisti. Il negozio cambierà sei volte all'anno, con differenti animazioni e prodotti in evidenza. Prada ha lanciato il Prada Virtual Reality Project, che propone una serie di contenuti digitali interattivi su YouTube VR, VEER, Oculus, Youku e Facebook. Questo progetto di realtà aumentata invita i clienti a sperimentare il mondo Prada dal comfort della propria casa e offre una serie di esperienze immersive che li accompagna in un viaggio nei luoghi chiave di Prada in tutto il mondo, facendo tappa a Tokyo, New York, Los Angeles, con un passaggio obbligato alla Fondazione Prada a Milano e Venezia.


MK Digital Pop Up

Quando la crisi sanitaria ha portato alla cancellazione dei suoi eventi fisici in programma in tutta la Cina a supporto del lancio dei suoi nuovi servizi, Michael Kors si è rivolto alla vetrina potenziata di Tmall, Flagship Store 2.0, per allestire un'esperienza pop-up per i consumatori cinesi. Attraverso il pop-up store, sulla base di una serie di domande sullo stile di vita gli internauti possono fare un test della personalità e ricevere un messaggio e consigli sui prodotti da parte dell'omonimo fondatore e designer del marchio. È anche possibile per i consumatori far personalizzare a mano le borse del marchio. "Amo incontrare i miei clienti, aiutarli a trovare i pezzi che si adattano al loro modo di vivere e parlare con loro di come possono esprimere al meglio il proprio stile" ha detto Michael Kors.

Diesel ha svelato il lancio di una nuova piattaforma digitale e spazio espositivo chiamato Hyeroom, sviluppati sul modello dello showroom Diesel a Milano. Lo spazio virtuale è stato progettato per essere accogliente ed efficiente. L'obiettivo qui è offrire un ambiente immersivo dotato di un appeal emozionale per buyer e venditori. Un consulente di vendita Diesel in carne e ossa accompagna i buyer attraverso l'esperienza virtuale, descrivendo le collezioni e facilitando il processo. Alla fine, un'interfaccia easy-to-use fornisce una panoramica delle selezioni di prodotti fatte dagli acquirenti. Balmain ha aperto il suo primo showroom digitale al 44 di rue François-1er a Parigi, indirizzo storico della maison, per svelare le sue collezioni cruise con muse giganti, proiettori virtuali, nonché l'avatar di Olivier Rausteing, direttore artistico del marchio, proiettato all'interno del negozio per accogliere e guidare personalmente i clienti.

I marchi si stanno rivolgendo sempre più anche alla gamification (concept che consiste nell'utilizzare i principi base del gioco, ndr): una tendenza che sta prendendo rapidamente piede nel settore moda, dove è considerata un modo per stimolare la fedeltà dei clienti trasformando lo shopping in un'attività basata sulla performance. La raccolta dei dati degli utenti non solo aiuta la produzione, l'inventario e le vendite, ma consente anche di creare delle community attraverso i social network ospitati sulla propria piattaforma di gioco. La lista dei marchi che "gamificano" i loro prodotti è lunga e comprende Burberry, Ferragamo, Valentino, Coach e Marc Jacobs. Il gioco ha conosciuto una vera esplosione in ambito moda, ispirando il commercio, la critica sociale e creando nuovi tipi di celebrità.

Virtual sampling

Allo stesso modo, il segmento dei cosmetici ha cavalcato l'onda, e i marchi si rivolgono alla tecnologia per sviluppare un nuovo modo di fare i campionari, sul motto "prova prima di comprare". Mac ha introdotto la prova virtuale per permettere ai clienti di testare i prodotti su un video live di se stessi e ha lanciato una video chat con i dipendenti dei negozi sui siti web di Mac in tutto il mondo. A fronte di uno studio interno, It Cosmetics aveva già scoperto che il sampling virtuale aveva il doppio dell'efficacia nell'influenzare all'acquisto dei suoi prodotti, sicché il marchio ha deciso di sviluppare il filone della prova virtuale e di rendere i suoi consulenti disponibili via web e video chat per dare consulenze sui prodotti e guidare i clienti attraverso la prova virtuale. Credo sta anche facendo sempre più affidamento sulla sua funzione di live chat e questa tecnologia rappresenta oggi il 50% del business digitale del marchio, come sottolinea il COO Annie Jackson.


WINDOWSWEAR
WindowsWear è la più grande risorsa creativa del mondo per marchi e rivenditori. Co-fondata da Jon Harari, Mike Niemtzow e Raul Tovar nel 2012 a New York, il suo database dedicato al retail visual merchandising vanta una collezione d'archivio di immagini di vetrine di negozi che data sin dall'inizio del 1900. Celebrando il content e la community, WindowsWear diventa canale di espressione di ciò che i marchi più grandi e influenti del mondo stanno facendo in quest'ambito. La collezione Windowswear fornisce a retailer, designer, marchi e professionisti foto che stimolano competitive research, ispirazione e idee di tendenza per creare immagini e presentazioni adatte al retail environment. L'azienda organizza inoltre vari eventi tra cui workshop, concorsi per studenti e visite guidate.


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Credito foto: WindowsWear

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