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Italia, il T&A perde 3,5 mld di euro nel 1° trimestre 2020

11 maggio 2020

Questo il calo di fatturato accertato per le imprese del settore rispetto allo stesso periodo del 2019. E il dato potrebbe triplicare sull'onda delle previsioni dell'export. Duro colpo anche sul fronte ordini. Lo rivela un'indagine presentata oggi da SMI

Realizzata dal Centro Studi di Confindustria Moda tra il 7 e il 17 aprile e presentata oggi in conferenza stampa da Marino Vago, Presidente di SMI-Sistema Moda Italia, l'indagine relativa all'impatto del Covid-19 sulle imprese del settore Tessile-Abbigliamento scatta una "fotografia" del settore al primo trimestre 2020, fornendo una prima valutazione delle problematiche che le aziende si sono trovate ad affrontare con lo scoppio dell’emergenza sanitaria e dei danni economici subiti. Sottolineiamo che  partecipazione a questa indagine ha visto un maggiore coinvolgimento da parte delle aziende “a monte" della filiera, pari al 65% del campione, rispetto alle aziende a “valle” (35%) - dato rilevante al fine dell’analisi delle evidenze emerse.


L'IMPATTO SULLE ATTIVITA' AZIENDALI

Nel periodo di rilevazione dei dati, solo il 24% delle aziende coinvolte risultava in toto o parzialmente attivo (ovvero ha proseguito l’attività limitatamente ad alcune funzioni aziendali, ad esempio amministrazione, e-commerce, logistica). Solo il 13% dei rispondenti ha messo in atto una riconversione dell'attività produttiva finalizzata alla produzione di DPI. A fronte dell’emergenza sanitaria, il 95% circa delle aziende a campione ha previsto il ricorso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria o CIGO Covid-19 per il 54%, cassa integrazione in deroga per il 43%), coinvolgendo nel 65% dei casi oltre l’80% dei lavoratori. L’80% delle aziende del panel ha attivato lo smart-working, dove la tipologia di attività lo consentiva.

Fonte: Confindustria Moda- Indagine Interna, aprile 2020


IL DANNO ECONOMICO

Il 42% delle aziende a campione ha accusato un calo del fatturato compreso tra il -20% e il -50%; il 28% ha registrato una flessione tra il -10 e il -20%, mentre un residuale 7% superiore al -50%. Ponderando le singole risposte con la dimensione aziendale, la flessione media del fatturato risulta pari al -25,4% (contro il -36,2% medio del Tessile-Moda-Accessorio). Netta sferzata anche sul fronte della raccolta ordini: il 49% delle aziende a campione accusa un calo tra il -20% e il -50% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno; il 29%, invece, ha registrato una flessione compresa tra il -10 e il -20%.

Il dato certo più rilevante al momento è la perdita accertata nel 1° trimestre per quanto riguarda il fatturato T&A pari a 3,5 mld/€, rispetto allo stesso periodo del 2019.  

Un discorso specifico è quello che riguarda l’export di T&A: l’attuale scenario di incertezza e volatilità dei mercati internazionali ha portato a una valutazione teorica di una previsione di calo dell’export di circa 20%, quotabile in 6 mld/€, che porterebbe a una perdita complessiva di fatturato pari a circa 7-9 mld/€: una cifra che corrisponderebbe alla perdita di fatturato registrata dal settore durante la crisi 2009-2013. La valutazione attuale dovrà tuttavia tenere conto dell’andamento del resto dell’anno in corso con i possibili sviluppi di ripresa o al contrario di eventuali ulteriori fermi.


LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE...

In un settore a filiera complessa caratterizzato da una lunga catena di fornitura, lo scoppio dell’emergenza Covid-19 ha influito in modo determinante sulla gestione della supply chain sul fronte relazione con i clienti, area cui per il 58% del campione sono riconducibili le principali problematiche affrontate in questi mesi. Un'area di criticità che sembra aver angustiato le aziende ancor più di quella finanziaria o della mancanza di liquidità (segnalata dal 39,5%).
Altro filone problematico, la complessità degli iter burocratici legati alla gestione dell'attività in emergenza (27,9). Menzionato dal solo 24%, l'annullamento delle manifestazioni fieristiche non sembra essere al momento un problema prioritario per le aziende del T&A.

...E LE PRIORITA' DI INTERVENTO

Per circa il 90% delle aziende a campione gli assi prioritari di intervento da parte del Governo sono riconducibili agli ammortizzatori sociali e alle politiche di garanzia della liquidità - con l'obiettivo primario, segnalato da molti, di salvaguardare la forza lavoro in un'ottica di prosecuzione dell'attività; oltre il 75% auspica adeguate politiche fiscali al fine di preservare la competitività delle imprese.

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