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Retail

Italia: frenano i consumi, mancano gli stranieri. Ma si guarda alla ripresa

19 settembre 2020

Questa l'analisi di Federmoda alla luce della fotografia pre-covid 2019 restituita dal Fashion & High Street Report e in base alle recenti stime sull'andamento del dettaglio di moda nel 2020. Da settembre, prove generali di una nuova normalità

Come sono cambiati gli scenari di mercato e gli atteggiamenti dei consumatori con il covid-19? Con il Fashion & High Street Report 2020, realizzato con World Capital in collaborazione con Osservatorio Acquisti Nexi, Global Blue e CCIAA di Milano, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha voluto offrire una panoramica della situazione pre-covid in Italia nel 2019. Lo studio ha monitorato vari aspetti: l'andamento del mercato interno, analizzato considerando la spesa degli italiani in prodotti di moda e la spesa dei turisti stranieri (spesa, quest'ultima, che a fronte di un aumento dei flussi extra UE nel 2019 ha registrato un positivo incremento sia in quantità che a valore); il mercato immobiliare del retail, con focus sui canoni di locazione nelle high street; i numeri delle imprese del dettaglio di moda e l'evoluzione della nati-mortalità in 8 anni.

Per il 2020, gli ultimi sondaggi e le stime di Federmoda restituiscono uno scenario inevitabilmente rallentato dalla pandemia: ad agosto, freno a mano tirato sui consumi post-covid, accentuato quest'anno dalla mancanza dello shopping degli stranieri. Ma, con il back to school, il rientro dallo smart working e la ripresa delle attività trade nel panorama fashion, con l'autunno Federmoda auspica il ritorno a una pseudo normalità nell'ottica di una prossima ripartenza.

Pre e post covid: a seguire, vi presentiamo alcuni insights sull'evoluzione del settore in Italia nel 2019 tratti dal Fashion & High Street Report, i primi bilanci e le previsioni di Federmoda per il commercio al dettaglio nel 2020.

2019, LA FOTOGRAFIA PRE-COVID DEL FASHION & HIGH STREET REPORT

Secondo i dati dell’Osservatorio Acquisti NEXI per Federazione Moda Italia sull'andamento delle vendite nel mercato interno, il 2019 si è chiuso con 22,6 miliardi di euro di acquisti di prodotti di moda effettuati dagli italiani con carte di credito.


LE SPESE MODA DEGLI ITALIANI EFFETTUATE CON CARTA DI CREDITO NEI NEGOZI E ONLINE NEL 2019

LE SPESE MODA DEGLI ITALIANI EFFETTUATE CON CARTA DI CREDITO NEL 2019 (SOLO ONLINE)

LA SPESA DEI TURISTI STRANIERI
In base ai dati dell'High Street Fashion Report 2020, l'anno 2019 ha visto un importante flusso di turisti extra UE verso l’Italia e di conseguenza un incremento dello shopping tourism. Le vendite nel settore fashion hanno registrato una crescita del 14% in quantità e del 7% in valore, con uno scontrino medio pari a 802 € (+7% rispetto al 2018). Secondo i dati di Global Blue per Federazione Moda Italia, il 28% degli acquisti degli stranieri è stato fatto dai turisti provenienti dalla Cina, seguiti dai russi (12%), dagli americani (+11%), da sud coreani (+5%); con clienti dei Paesi del Golfo (+5%), giapponesi (+4%) e svizzeri (+3%) in forte crescita rispetto all’anno scorso (+42%). A Milano si concentrano gli acquisti tax free (34%), seguono Roma (20%), Firenze (10%) e Venezia (6%) e le altre località (16%) e gli outlet (14%).

La spesa dei turisti extra UE - anno 2019 in Italia

Spostandoci sulla spesa turistica registrata nel 2019, si riscontra che lo scontrino medio più alto è stato emesso a Venezia per un valore pari a 1.126 €. Segue Milano con 1.098 €. A Roma lo scontrino medio risulta di 925 € e a Firenze 826 €. Rispetto al 2018, si nota un incremento nelle vendite del settore fashion agli stranieri e nei valori dello scontrino medio, rispettivamente del +16% e del +10%. Il maggior consumatore del Made in Italy nelle boutique milanesi nel 2019 proviene dalla Cina (33%); seguono la Russia (11%), gli Stati Uniti (8%), i Paesi del Golfo (7%), Hong Kong (4%) e altre nazionalità (38%). A Roma, hanno prevalso gli acquisti dei turisti cinesi (28%), seguiti da quelli russi (10%) e dagli americani (14%). A Firenze sono stati i cinesi (27%) e americani (25%) gli amanti degli acquisti made in Italy, così come a Venezia: cinesi (34%) e americani (17%).

I NUMERI DEL DETTAGLIO DI MODA IN ITALIA
Secondo le elaborazioni effettuate da Federazione Moda Italia su dati della Camera di Commercio di Milano - Registro Imprese, i negozi di moda in Italia sono passati da 141.212 (al 31 dicembre 2011) a 114.813 al 31 dicembre 2019 (di cui 75.224 i dettaglianti del settore abbigliamento): dal 2011, 26.399 fashion store in meno, con una media di 9 chiusure al giorno.

Imprese attive nel dettaglio moda per categoria merceologica, anno 2019



POST-COVID, BILANCI E STIME DI FEDERMODA PER IL 2020

Secondo il sondaggio di Federazione Moda Italia sull’andamento delle vendite nel settore moda nei mesi di luglio e agosto, il 62% delle imprese commerciali ha evidenziato un calo rispetto alle entrate degli stessi due mesi del 2019. Il 22% ha registrato una stabilità ed un 16% un incremento. Il calo medio registrato è del 17% con posizioni più critiche nei centri delle grandi città, che hanno sofferto di più rispetto alle periferie, ai centri minori ed alle località turistiche, dove si è registrata qualche soddisfazione.

Nello specifico, in un 2020 chiamato a fare i conti con le conseguenze della pandemia, secondo Federmoda lo stallo degli arrivi di turisti amanti del bello e del made in Italy e l’eccessivo utilizzo di smartworking hanno portato ad un cortocircuito dei flussi soprattutto nei centri delle maggiori città.

"Le nostre stime prevedono un calo di 5,7 miliardi di euro, pari al 75% dei proventi da shopping tourism che, sommato alla diminuzione delle vendite sul mercato interno, potrebbe portare complessivamente alla chiusura di 17mila punti vendita del settore moda con un’incidenza sull’occupazione di 35.000 addetti" afferma Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, che però precisa: "Siamo però altrettanto convinti che, non appena si allenteranno i timori, con la ripresa in presenza di scuole, università e attività pubbliche e private a pieno regime, il nostro Paese saprà ripartire. Le manifestazioni fieristiche della moda di Milano potranno rilanciare l’economia e dare nuova linfa e movimento al settore. Il comparto retail, già influenzato dalla concorrenza del web" prosegue Borghi "è una tra le principali vittime del Covid-19.

Per far riprendere il settore, dunque, dobbiamo cercare di far rivivere i nostri centri, acquistando nei negozi di prossimità, che rappresentano l’anima delle città e contribuiscono a valorizzare le relazioni sociali, illuminare animi e strade, dare decoro e pulizia a vie e piazze, offrendo qualità, cordialità e professionalità. Tuttavia" conclude il Presidente "servono contributi a fondo perduto e una liquidità pronta e veloce, oltre ad una necessaria riforma fiscale, per la tenuta del mercato. Le banche devono poi essere al servizio di tutti coloro che fanno impresa e non soltanto di chi può già permetterselo. Resta, infine, quanto mai urgente una seria riflessione sui tempi della moda e sui rapporti di filiera, nell’interesse superiore del Made in Italy".

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