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Expo

Il tessile al femminile

20 giugno 2016

Il tessile accompagna le trasformazioni della società. Testimonia i cambiamenti di gusti e valori, raccontando l’evoluzione della condizione femminile ed evidenziando i nuovi aspetti del ruolo della donna, che va ben oltre quello della semplice consum

È questo fenomeno che ha dato al Musée de l’Impression sur Etoffes di Mulhouse – già artefice di splendide retrospettive che abbiamo presentato sulle pagine delle nostre riviste – l’idea di celebrare la donna nel tessile e nella moda dalla seconda metà del XVIII secolo ai giorni nostri, attraverso due mostre che si terranno dal 6 novembre 2015 al 9 ottobre 2016. La prima, «Histoires de femmes», racconta la vita di donne
protagoniste del loro tempo, intraprendenti e influenti nel settore tessile. Icone della moda, figure emblematiche, artiste famose, creatrici di talento, dal destino talvolta spezzato, incarnano «storie di donne» che hanno scritto la storia del tessile. E poiché sono loro, le donne, le protagoniste dell’evento, è sembrata una scelta naturale quella di celebrare, con Chantal Thomass, una delle stiliste francesi più famose al mondo. L’illustre designer è la “star” della seconda mostra inedita, «Impertinente», che consente di scoprire alcuni suoi modelli appositamente selezionati, inseriti in uno speciale allestimento realizzato per l’occasione.

Histoires de femmes

La donna nelle fabbriche
Il lavoro femminile è rimasto a lungo nell’ombra. Relegata al ruolo di moglie e madre, la donna abbandona il lavoro appena si sposa. Compagna del marito, spesso lo aiuta con le attività agricole, commerciali e artigianali, fornendo manodopera gratuita. Allo stesso tempo, molte donne si dedicano ai lavori domestici o sono impiegate come commesse. Prive di ogni diritto, non hanno alcuna esistenza giuridica. Nel XVIII secolo, la produzione di tele dipinte mette rapidamente in luce questa manodopera femminile dando visibilità al suo lavoro. Con la nascita delle prime fabbriche, l’impiego delle donne diventa un’abitudine. A Rouen, Mulhouse, Wesserling, Jouy en Josas e in Svizzera, gli stabilimenti si servono di una manodopera femminile numerosa, poco qualificata e meno onerosa.
Per esempio, il lavoro di pennellatrice è riservato esclusivamente alle donne, incaricate di stendere il giallo sul blu per ricavare il verde o di applicare l’indaco sulla tela con un pennello. Altre donne svolgono la mansione di martellatrici, ossia martellano piccoli chiodi nelle lastre di legno per ottenere le finiture di stampa. Tuttavia, oltre a questi compiti considerati secondari, all’interno degli stessi stabilimenti alcune donne occupano ruoli più importanti. Nel XVIII secolo si trovano così disegnatrici e a volte addette persino all’incisione degli strumenti di stampa. Nell’800 l’industrializzazione impone il ricorso massiccio alle donne, cui dunque vengono affidati incarichi tradizionalmente maschili, resi accessibili dalla meccanizzazione e dalla conseguente necessità di una minore forza fisica, in particolare nelle filande. Lo sviluppo della meccanizzazione comporta l’abbandono progressivo del lavoro a domicilio e la diffusione dell’occupazione femminile nelle fabbriche.
Nel XIX secolo sono poche le donne che prendono le distanze dalla condizione di operaie e intraprendono una carriera. Fa eccezione Thérèse de Dillmont (1846-1890). Di origini austriache, viene assunta da Jean Dollfus, proprietario della Dollfus Mieg & Cie (DMC), per incrementare le vendite di filati curando libri destinati a formare e guidare il pubblico nella realizzazione di opere che richiedano l’uso dei prodotti DMC. Thérèse ne pubblica più di 100, tradotti in 17 lingue. È titolare di alcuni negozi a Vienna, Londra, Parigi e Berlino. Nel 1889 si sposa e rinuncia alla collaborazione professionale con la DMC, mettendo così fine alla propria carriera.
Nel 1885, su iniziativa della Société Industrielle di Mulhouse, viene istituita una scuola d’arte professionale per la formazione delle giovani: oltre ad apprendere il design industriale, imparano anche a cucire e a tenere la contabilità, in pratica, si avviano alla conquista delle mansioni di segreteria nelle fabbriche. La scuola chiuderà i battenti nel periodo tra le due guerre.

La creazione tessile al femminile
Le stoffe accompagnano la moda e ben presto le donne s’impongono in un mondo finora esclusivamente maschile. Gabrielle Chanel, meglio conosciuta come Coco Chanel, si inserisce con brio in questo universo come figura emblematica e imprescindibile di questa svolta sociologica. Infatti, dal momento in cui nel 1910 Coco rivoluziona l’abbigliamento maschile rendendo il tweed, il jersey, la maglia alla marinara e soprattutto i pantaloni accessibili a tutte le donne, la femminilità entra di diritto nell’universo della moda. Il museo, in occasione di questa mostra dedicata alla donna, presenta diverse creazioni arrivate direttamente dagli archivi parigini della maison Chanel.
Il XX secolo segna un profondo mutamento perché la produzione tessile diventa essenzialmente femminile. Assunte nei laboratori di design degli stabilimenti tessili o alla guida dei propri atelier, le donne producono idee realizzabili tanto nell’arredamento quanto nell’abbigliamento. Il nome di Andrée Brossin de Méré contraddistingue la moda dagli anni ’50 agli anni ‘80: lavorando per i tessitori svizzeri e per i produttori di seta lionesi, questa creatrice fornisce stoffe speciali alle più grandi maison dell’haute couture. Dopo aver fondato la sua azienda nel 1956 con il nome di «Tisseur B de M», collabora con gli stilisti più prestigiosi: Christian Dior, Hubert de Givenchy, Yves Saint Laurent, Nina Ricci o Paco Rabanne. Nel settore dell’arredamento, sono le donne a fare la parte del leone: Paule Marrot, Primerose Bordier, Lizzie Derriey sono spiccate personalità femminili che lasceranno un’impronta indelebile nel mondo della decorazione d’interni e della creazione tessile.

“Dal momento in cui Coco Chanel rivoluziona l’abbigliamento maschile nel 1910 rendendo il tweed, il jersey, la maglia alla marinara e i pantaloni accessibili a tutte le donne, la femminilità entra di diritto nell’universo della moda.”

Impertinente by Chantal Thomass

In contemporanea con la mostra Histoires de Femmes, il Musée de l’Impression sur Etoffes di Mulhouse ospita una retrospettiva dedicata alla celebre creatrice di moda Chantal Thomass. Un centinaio dei suoi modelli di prêt-à-porter, lingerie e accessori è presentato nel contesto di una mostra intitolata «Impertinente». E impertinente, appunto, Chantal Thomass lo è stata sin dagli esordi con il brand «Ter et Bantine» e lo è tuttora con il suo marchio eponimo. Il suo stile originale e distintivo, pieno di humor e fantasia, è semplicemente inconfondibile. Lo chic parigino, l’eleganza… Nel prêt-à-porter come nella lingerie, la stilista non esita ad aggirare i codici dell’abbigliamento. Modifica, reinterpreta, osa e seduce con audacia. Al diavolo i tabù! Prende in prestito dettagli dall’abbigliamento maschile, rivisita a modo suo lo smoking e il gilet da uomo. La spallina va a braccetto con la giarrettiera, la guêpière si cimenta nel saluto militare, la cravatta strizza l’occhio al corsetto e la redingote si regala un che di malizioso.
Chantal Thomass è stata la prima creatrice a far sfilare capi di intimo in passerella. Con lei, la lingerie è diventata accessorio moda: non si nasconde più, anzi si mostra. Grazie a Chantal, è nato il vero concetto di dessus-dessous.
All’ingresso della mostra, alcuni capi in pizzo nero trasparente aspettano solo di essere scoperti. Poi sarete liberi di esplorare, a vostro gusto, alcuni temi ricorrenti, cari alla stilista. Qua e là incrocerete donne emancipate degli anni ’80 e ’90, inguaribili romantiche, lolite conturbanti, false ingenue, femmes fatales e, infine, soubrette provocanti e una sposa decisamente disinibita. E tutto questo in un tripudio di materiali, colori, stampe e accessori tutti da scoprire per il visitatore…

“Nel prêt-à-porter come nella lingerie, Chantal Thomass non esita ad aggirare i codici dell’abbigliamento. Modifica, reinterpreta, osa e seduce con audacia. Al diavolo i tabù!”

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