Linea Intima Edit
26 aprile 2019
Per le aziende del fashion retail la scelta di essere presenti sui canali digitali rappresenta oggi uno “switch” per portare il business a un nuovo livello, più evoluto e trasversale. Il digitale apre le porte a nuovi consumatori e allarga gli scenari di vendita,
creando nuove modalità di relazione e moltiplicando le opzioni di shopping. Ma, a fronte della diffusa familiarità che i negozi hanno ormai con i social network, da una recente indagine Format Research per Federazione Moda Italia emerge che…
Oggi solo il 33% delle imprese del
dettaglio moda in Italia ha un sito
internet e solo il 13,6% opera con
un sito di e-commerce: dati che, oltre a evidenziare
la diffusa timidezza – quando non aperta diffidenza –
nell’approccio all’online da parte del multimarca
indipendente, dall’altro risultano indicativi della
necessità di creare nuovi strumenti di informazione,
volti ad aumentare la consapevolezza delle
opportunità che – accanto alle temute insidie –
internet offre oggi anche alle micro e piccole
aziende. Il mondo della rete, se correttamente
approcciato, rappresenta una chance interessante,
per i commercianti, per ampliare le strategie di
comunicazione, servizi e vendita e rispondere così
con nuovo sprint ai cambiamenti in atto nelle
abitudini di acquisto dei consumatori. In quest’ottica
il volume “L'e-commerce nella Moda – Tra
buone prassi e obblighi di legge”, elaborato e
redatto dalla Camera di Commercio di Milano,
Monza-Brianza e Lodi e Netcomm – il Consorzio del
Commercio Elettronico Italiano – in collaborazione
con Federazione Moda Italia, offre un utile
strumento alle aziende del settore moda che già
utilizzano il canale elettronico e a quelle che si
affacciano per la prima volta al web per aprire un eshop:
una panoramica dettagliata e una pratica
“check-list” dei passaggi necessari, dal punto di vista
normativo e operativo, per affrontare preparati la
vendita online.
In occasione di questa pubblicazione, cui ha
fattivamente contribuito, Federazione Moda
Italia-Confcommercio – da anni a fianco dei
commercianti del settore moda con azioni e
strumenti che promuovono e valorizzano le
conoscenze degli imprenditori per migliorare le
potenzialità e il business del negozio, e oggi ancora
più vicino al circuito del dettaglio
specializzato di intimo e mare via il patrocinio
al concorso Stelle dell’Intimo – ha condiviso con
noi dati e riflessioni sull’evoluzione del commercio
online e sulle nuove sfide da affrontare per gli
operatori del settore fashion.
FASHION E-TAIL TRA NUOVE SFIDE E
OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
Nell’ambito di un’indagine commissionata da
Federazione Moda Italia a Format Research, emerge
che una parte importante dei dettaglianti del settore
(36,2%) vede nell’e-commerce il competitor più
importante, seguito dagli outlet (30,2%) e dalle
catene monomarca (28,3%). Anche l’abusivismo e la
contraffazione (21,7%) sono fonte di preoccupazione
per il dettaglio moda. “Non c’è dubbio che il negozio
di moda – che sta attraversando, nell’era di
internet, una profonda crisi d’identità – debba
proiettarsi verso il futuro, adeguandosi ai
mutamenti” sottolinea Massimo Torti, Segretario
Generale di Federmoda “È sempre più necessario
affrontare il tempo della crisi, guardando a chi
resiste, a chi cambia e a chi non c'è più e traendo
spunti per il futuro. Il dettaglio moda, del resto, è
tra i settori commerciali con il maggior numero
di imprese (oltre 120 mila), ma anche quello che
più direttamente subisce il mutamento dei
consumi e la concorrenza dei nuovi format di
vendita.” In questo scenario il multimarca
tradizionale si trova oggi a ripensare, in parallelo con il
ridimensionamento delle quote distributive, ma anche
il ruolo che storicamente ne fa un punto di riferimento
per gli acquisti di moda in Italia. Nello specifico,
prosegue Torti “oggi esiste un’offerta di prodotti
che è 7 volte più importante della domanda e il
consumatore ha a disposizione canali di acquisto
differenti, alcuni dei quali – quelli online –
sempre a sua disposizione 7 giorni su 7 e 24 ore
al giorno. ‘Vendere moda, oggi’, pertanto, significa
operare in questo contesto, complesso e globale.”
Per il dettaglio diventa dunque fondamentale
cambiare prospettiva: il che significa considerare
internet e il commercio elettronico non solo come
minacce, come nemici da contrastare, ma anche come
nuove opportunità da cogliere e come strumenti per
diversificare le proprie strategie.
Il cambiamento, del
resto, va in questa direzione: “Lo sviluppo del
digitale nel commercio ha portato numerosi
benefici per il mercato” sottolineano Carlo
Sangalli, Presidente Camera di Commercio di
Milano Monza-Brianza Lodi, e Roberto Liscia,
Presidente Consorzio Netcomm, nella prefazione del
volume “L’e-commerce nella Moda” “Oggi gli utenti
hanno il vantaggio di acquistare i prodotti senza
la necessità di recarsi fisicamente nel punto
vendita, usufruendo di una panoramica più
libera, variegata e consapevole e le imprese hanno
scoperto un nuovo modo di coltivare la relazione
con il consumatore per creare un’esperienza di
acquisto soddisfacente. Con la diffusione degli
smartphone e delle app di messaggistica veloce è,
inoltre, più snella anche l’assistenza post-vendita,
un tempo relegata a fanalino di coda del
commercio e che oggi assume il ruolo di ‘alleato’ del cliente, di supporto per il merchant e, se
gestita bene, di mezzo per la fidelizzazione del
consumatore”. Il tutto, però, senza mai prescindere
dall’unicità dell’esperienza d’acquisto “in store”, fatta
di sensorialità, relazione personale, assistenza
professionale e prova del capo, che resta un punto di
forza del dettaglio multibrand in particolare nel
settore lingerie e mare. A fronte di queste evidenze
che indicano l’esistenza di un rapporto
complementare tra i due canali di vendita (fisico e
virtuale), la multicanalità diventa uno scenario non
solo possibile, ma virtuoso anche per il negozio
multimarca indipendente: la chiave, sottolinea
Massimo Torti, è oggi “far coesistere strategie offline
(cosa fare nel punto vendita) e online (cosa fare
sul web), traendo dall’analisi e dall’esperienza di
vendita le condizioni di partenza per garantire
alla propria attività un futuro nell’era digitale”.
NUMERI E SCENARI DELL’E-COMMERCE DI
MODA IN ITALIA
“Il mercato del commercio elettronico è in continuo
sviluppo ed evoluzione” osservano Sangalli e Liscia
“Nello specifico il settore dell’abbigliamento ha
registrato un incremento annuo delle vendite on
line a doppia cifra e al contempo manifesta
peculiarità specifiche che necessitano di
particolare attenzione”. Secondo i dati Netcomm le
vendite online del settore moda in Italia hanno
sviluppato un fatturato di quasi 2,9 mld di euro nel
2018 (il 10,5% del fatturato complessivo e-commerce
in Italia): dati che fanno riflettere perché risultano
ancora residuali sul fatturato complessivo del
dettaglio moda sul mercato interno, ma che devono
essere guardati con estrema attenzione.
Le vendite
online nel settore moda oscillano oggi intorno all’8%
delle vendite totali, ma – dato ancora più interessante
– il searching online prima di acquistare un prodotto
coinvolge ormai il 90% delle intenzioni di acquisto.
Nello specifico, “E’ vero che molti consumatori
comprano on line, ma è altrettanto vero che molti
altri effettuano ricerche in rete prima di comprare
in negozio” sottolinea Massimo Torti “In sostanza,
nei negozi non bisogna solo preoccuparsi del
nuovo e sempre più diffuso fenomeno del ‘TOPO’
(Try Offline & Purchase Online = Prova in
Negozio, Acquista in Internet), ma anche
occuparsi dell’altra faccia della medaglia che offre
internet, il ‘ROPO’ (Research Online & Purchase
Offline = Cerca in Internet, Acquista in Negozio)”.
Per affrontare un contesto in continuo e rapido
cambiamento, anticipando se possibile gli scenari
evolutivi, il dettaglio di moda oggi è dunque chiamato
a raccogliere una nuova sfida: “Una sfida che parte
da un rinnovato approccio e coinvolge tutta
l’azienda. Non solo i titolari, quindi, ma anche il
personale che dovrà passare da 2.0 a 4.0 a partire
dallo story telling del negozio, dei marchi e dei
prodotti che commercializza”.
VENDERE MODA ONLINE: COSA C’È DA
SAPERE
Per i dettaglianti di moda, quella della vendita
online è una sfida che va però affrontata armati di adeguate competenze e dei giusti strumenti. “Il
mercato dell’e-commerce, in continua evoluzione,
ancora oggi rappresenta un territorio ove le regole
non sono state metabolizzate in modo permanente
dagli operatori” spiegano Carlo Sangalli e Roberto
Liscia
“In un quadro normativamente complesso,
per garantire la trasparenza dell’e-commerce
diventa indispensabile fornire strumenti atti non
solo ad informare ma anche a formare operatori
virtuosi e consumatori consapevoli”.
In quest’ottica
la pubblicazione “L’e-commerce nella moda” “nasce
per facilitare l’applicazione della normativa e
dare concreta attuazione alle funzioni di
Regolazione del Mercato e Tutela del Consumatore
da parte della Camera in qualità di Ente super
partes e al tempo stesso risponde alle esigenze di
compliance e buone prassi nel settore del fashion
fortemente avvertite da Netcomm”. Nel volume si
affrontano dunque le prassi operative e gli obblighi di
legge, con particolare attenzione alle regole per chi
vende online prodotti tessili, calzature, pelletteria,
accessori moda, occhiali da sole, bigiotteria: una
“guida” semplice e immediata, contenente tutti gli
elementi e le condizioni per poter avviare e gestire un
sito di e-commerce nel settore moda; un vademecum
utile a ricordare le tante norme di settore in vigore,
non solo relative alla disciplina delle vendite online,
ma anche in tema di etichettatura e diritti dei
consumatori.
Tra i temi oggetto di approfondimento: per chi
apre per la prima volta un e-shop, le procedure per la
messa online dello store e gli adempimenti
amministrativi connessi all’avvio dell’impresa
commerciale; gli obblighi informativi del produttore e
del distributore nei confronti del consumatore; la
sicurezza generale dei prodotti; gli errori più frequenti
da evitare e le sanzioni in caso di violazione delle
norme di legge; le clausole tipo della garanzia, del
recesso e del reso per cambio merce corredate da
“moduli tipo”; il cartellino identificativo del prodotto,
le esclusioni, la normativa sulla privacy, la tutela della
proprietà intellettuale nelle vendite on line. La
pubblicazione contiene infine un importante
strumento quale una Check-list per autovalutare la
propria condotta.
“Su un tema di grande attualità per il fashion
retail, il volume rappresenta un valido strumento
per l’imprenditore moda che vuole innovarsi”
commenta Massimo Torti “Anche per le piccole e
medie realtà, Internet e il commercio elettronico
rappresentano come visto una nuova opportunità
da cogliere. In questo contesto, tuttavia” conclude
Torti “serve una regolamentazione del commercio
elettronico con riguardo ai rapporti tra
produttore, distributore e consumatore e
l'introduzione di una web tax per i colossi
dell’online: altrimenti più che di World Wide Web
possiamo parlare di World Wild Web…”.
ETICHETTATURA: LE REGOLE (ANCHE) PER CHI VENDE ONLINE
Chi fa e-commerce nel fashion, oltre agli obblighi “generali” di legge, deve rispettare altre stringenti ma importanti normative di settore. È il caso della normativa europea relativa all’etichettatura dei prodotti tessili, o assimilati, che fissa i requisiti necessari alla loro messa a disposizione sul mercato comunitario. Ciò garantisce che il consumatore, grazie all’etichetta, sia in grado di effettuare una scelta consapevole. A questa regolamentazione è dedicata un’intera sezione della brochure “L’e-commerce nella moda”: un prontuario di regole e informazioni utili su cui Federmoda richiama in particolare l’attenzione degli operatori. In base alla normativa europea, anche chi vende on-line deve infatti dare sul sito informazioni relative alla composizione del prodotto venduto, e nella lingua in cui sono riportate le informazioni generali dello stesso. Ricordiamo infatti che il fabbricante, l’importatore o il distributore che non forniscono sui siti web le indicazioni relative alla composizione fibrosa e dei simboli delle calzature sono soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria compresa fra 1.500 euro e 20.000 euro. Le Camere di Commercio, in base a un accordo tra Unioncamere e il Ministero dello Sviluppo Economico stanno avviando nuovi controlli.
FEDERAZIONE MODA ITALIA E LINEA INTIMA A SOSTEGNO DELLE IMPRESE DEL COMMERCIO
Nel quadro delle azioni a supporto del dettaglio di moda, Federazione Moda Italia si impegna a fornire ai commercianti materiali informativi e formativi e strumenti operativi funzionali al miglioramento delle performance di vendita. Il tutto con un taglio fattuale e pragmatico, che permetta di analizzare lo stato di salute dei fashion store, verificare quanto gli operatori siano pronti e propensi all’innovazione e indicare soluzioni e tool avanzati a supporto dei punti vendita fisici e on line. Nell’ottica di fornire un’informazione professionale e up-to-date, propedeutica all’improving del business del dettaglio multimarca di intimo in Italia, Linea Intima è partner attiva di Federmoda nella comunicazione di operazioni e iniziative utili a suggerire ai negozi nuove piste di sviluppo. Sulle pagine della rivista e su www.lineaintima.net potrete dunque trovare spunti e approfondimenti su vari strumenti che Federmoda mette oggi a disposizione dei dettaglianti: come la piattaforma tecnologica iNovaRetail Small, studiata da Federmoda con il Partner tecnico Disignum “su misura” per i piccoli negozi di moda, e volta a favorire l'omnicanalità, aumentare le vendite in negozio e incrementare la brand experience, offrendo un costante monitoraggio della customer journey (Linea Intima luglio 2017, pag. 252); o l’utile vademecum relativo alle nuove normative in merito di etichettatura dei prodotti tessili e calzature (Linea Intima luglio 2018, pag. 259).
Per ulteriori informazioni
Federazione Moda Italia
info@federazionemodaitalia.it
U.O. Accertamenti a Tutela della fede pubblica
tutela.fedepubblica@mi.camcom.it
U.O. Regolazione del Mercato e Sanzioni
regolazione.mercato@mi.camcom.it
Netcomm
sigillo@consorzionetcomm.it
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